«La Lega Calcio fa osservare un minuto di silenzio solo alle squadre siciliane e loro concorrenti come se le vittime di Giampilieri e Scaletta Zanclea non fossero italiani a pieno titolo”. Solo Palermo e Catania, per le altre gare in programma niente minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Messina. Una mancanza da parte della Figc – guidata da Giancarlo Abete – messo sotto accusa dall’intera stampa nazionale.
Riportiamo i vari articoli pubblicati dai principali quotidiani nazionale in merito alla vicenda
GAZZETTA DEL SUD: “La Lega calcio e il minuto di silenzio solo per le squadre siciliane: vergogna”
I morti di Giampilieri e di Scaletta? Li onorino i siciliani, a noi non compete. Sembra questo l’agghiacciante ragionamento fatto dai cervelloni della Fgci e della Lega calcio. Ieri, mentre qui ancora si scavava nel fango e tra le macerie di villaggi distrutti, mentre si continuava a fare la conta dei morti e dei troppi dispersi, mentre le proporzioni della tragedia andavano facendosi sempre più terribili, i signori che governano lo sport più amato dagli italiani hanno compiuto allegramente quello che si può definire un efferato delitto contro la stessa unità del Paese. Come giudicare, infatti, la decisione di fare osservare un minuto di silenzio solo sui campi di calcio dove erano impegnate le squadre dell’Isola, per di più solo quelle di serie A e di serie B? Ci sono, dunque, vittime di serie A-B e serie D? Sessanta tra morti e dispersi sono solo una “questione locale”? C’è davvero da restare esterrefatti. Commovente, invece, quanto accaduto allo stadio Barbera di Palermo, dove i 35 mila spettatori, prima della gara con la Juventus, si sono alzati tutti in piedi a tributare un lungo sentito applauso per i “fratelli messinesi”. Immediata e netta la reazione
del governatore siciliano Raffaele Lombardo: «Come se le vittime di Giampilieri e Scaletta Zanclea non fossero italiani a
pieno titolo», ha dichiarato con profonda amarezza. Lombardo sottolinea «come in questo Paese che si accinge a celebrare la solenne ricorrenza del Centocinquantesimo anniversario della sua Unità non sono certo i siciliani a pronunziare la “bestemmia separatista” di cui ieri ha parlato il presidente Napolitano». Per il segretario siciliano dell’Udc, Saverio Romano, quella della Lega calcio «è una pagina vergognosa di questo organismo e indirettamente dello sport più diffuso nel nostro Paese. I morti sono tutti uguali – ricorda –, le persone hanno tutte la stessa dignità, anche il Sud del Paese è Italia. La Lega Calcio dovrebbe rappresentare tutto il calcio italiano. Oggi così non è stato e il dolore composto dei parenti delle vittime, non sottolineato in modo unanime dai vertici del primo sport nazionale sui campi di calcio, dovrebbe indurre gli stessi a scusarsi». Parole sante. E che nessuno dica che è il solito “vittimismo” dei meridionali. Alle 15 di ieri, negli stadi italiani, si è compiuto un autentico misfatto. E non c’è altro da aggiungere.
LA REPUBBLICA: “Minuto di silenzio? Ho commesso un errore”
Mea culpa del presidente federale Abete dopo le polemiche sul “raccoglimento” per le vittime di Messina. “.
“Esprimo amarezza e solidarietà e voglio assumermi le responsabilità per il fatto che effettivamente il minuto di silenzio non ha unito ieri e l’altro ieri. E’ stato un cattivo coordinamento, fermo restando che la Lega Dilettanti si è mossa in modo idoneo. Questo ha determinato un effetto contrario alle nostre volontà”. Dopo le polemiche riguardanti il minuto di raccoglimento accordato dalla FIGC solo alle squadre siciliane per le vittime della tragedia di Messina, Giancarlo Abete, presidente della Federazione, ha chiesto ufficialmente scusa assumendosi la responsabilità di tale decisione. “C’è stato un difetto di coordinamento – ha ammesso ai microfoni de ‘La politica nel pallonè su Gr Parlamento -. Il mondo del calcio affronta determinate tragedie con spirito di solidarietà, questo non deve essere messo in dubbio”.
CORRIERE DELLA SERA: “ Minuto di silenzio negli stadi si ferma soltanto Bergamo”
«La Lega Calcio fa osservare un minuto di silenzio solo alle squadre siciliane e alle loro avversarie, come se le vittime di Giampilieri e Scaletta Zanclea non fossero italiani a pieno titolo. Come si vede, in questo Paese che si accinge a celebrare la solenne ricorrenza dei 150° anniversario della sua unità non sono certo i siciliani a pronunziare la “bestemmia separatista” che sabato il presidente Napolitano ha ricordato». Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, appena nominato dal premier Berlusconi commissario per l’emergenza Messina, non usa mezze parole. Per lui, e non solo per lui, la decisione della FEDERCALCIO, in intesa con le tre Leghe calcistiche, non è stata soltanto sbagliata: E’ stata scandalosa.
La FEDERCALCIO, venerdi scorso, ha autorizzato un minuto di silenzio per le vittime del maltempo a Messina, da far rispettare in occasione di Bari-Catania sabato e di Palermo –Juventus ieri sera in serie A, oltre che per le gare di Lega Pro (ex C1 e C2) con in campo squadre siciliane e per tutti i campionati dei dilettanti in Sicilia. La Figc lo ha comunicato agli arbitri, attraverso l’associazione di categoria, l’Aia. In realtà, il minuto di silenzio “separatista, senza alcuna volontà della Sicilia di separare il proprio dolore, ha avuto qualche eccezione sui campi di calcio.
A Bergamo, in Atalanta – Milan, è stato osservato. L’arbitro Tocchi, insieme ai dirigenti delle due squadre, ha deciso in piena autonomia. Lo stesso, almeno a leggere i “tabellini” della partita, è successo a Pescara , con l’arbitro Gambani, per Pescara- Ternana.
Ma perché la Federcalcio ha deciso per il minuto di silenzio solo in Sicilia e per le squadre siciliane? Venerdi la tragedia era già chiara e altri sport hanno deciso diversamente.
– La Federazione Italiana Pallavolo, ad esempio, ha disposto che in tutte le gare dei campionati nazionali di sabato e domenica venisse osservato un minuto di silenzio.
– La stessa cosa è avvenuta prima dell’inizio della SuperCoppa Italiana di basket, in partita unica, tra MontePaschi Siena e Virtus Bologna.
Si può discutere se il mondo dello sport debba fermarsi solo per tragedie che lo hanno colpito direttamente. E si può discutere anche la pessima abitudine in (quasi) tutti gli stadi italiani di non rispettare mai il minuto di silenzio ma di “riempirlo” con inutili applausi, che nulla hanno a che fare con la preghiera, per chi crede, o con il raccoglimento di chi non crede ma vuole comunque condividere il dolore degli altri.
Quello che si fatica a comprendere è un minuto di silenzio “parziale” regionale. Quanto meno una mancanza di sensibilità. O addirittura “ una pagina vergognosa dello sport del calcio, che dovrebbe indurre i suoi vertici a scusarsi, come hanno detto il segretario siciliano dell’Udc Saverio Romano.
IL GIORNALE: “Seria A Niente minuto di silenzio. Ma per il terremoto c’era stato”.
In fondo erano solo sessanta secondi, più o meno, il tempo impiegato dalla frana per portare a termine il suo «lavoro». Sessanta secondi di silenzio sui campi di calcio per ricordare le vittime del fango di Messina, magari solo per ripulirsi almeno l’anima dall’accusa di insensibilità, invece qualcosa non ha funzionato. Per qualcuno l’ennesima dimostrazione di ottusità del calcio. Preferiamo pensare a un corto circuito, anche se un comunicato non c’era e se c’era qualcuno lo ha fatto sparire. L’ultimo in ordine di tempo sul sito Figc è del 17 settembre, quando su indicazione della nostra federazione, l’Uefa accolse la richiesta di autorizzare le squadre italiane impegnate nelle gare europee a testimoniare il dolore e la solidarietà di tutto il calcio italiano per la tragica scomparsa dei militari della Folgore vittime di un attentato terroristico nei pressi di Kabul. Un minuto di raccoglimento che verrà poi osservato su tutti i campi, dalla serie A ai settore giovanili. Medesima testimonianza ci fu per le vittime del terremoto in Abruzzo. E naturalmente su tutto il territorio. Messina invece non ha avuto questo privilegio, il minuto di raccoglimento è stato previsto solo per gli incontri in cui erano coinvolte squadre siciliane, sabato a Bari, ieri sera a Palermo. Una decisione bizzarra e poco chiara, perché ieri a Bergamo in occasione di Atalanta-Milan, l’arbitro fiorentino Gianluca Rocchi, ha fatto osservare un minuto di raccoglimento alle due squadre dopo canonico annuncio dello speaker dello stadio, che peraltro non ha neppure specificato la motivazione. La gente ha intuitivamente immaginato fosse per le vittime siciliane. Ma le disposizioni, si è venuto a sapere, erano solo per gare in cui fossero coinvolte squadre siciliane, nonostante i morti di Messina siano innanzitutto italiani. Naturalmente qualcuno ha subito assolto gli altri sei arbitri di serie A: un’iniziativa di Rocchi, probabilmente si è confuso. Dai dirigenti del Milan la conferma che la richiesta è arrivata dal signor Rocchi. Vorremmo che il fischio di Rocchi non fosse un fischio per fallo di confusione, ma un gesto di sensibilità. Proprio nel luglio di quest’anno l’arbitro ha ricevuto un premio per essersi maggiormente distinto in quest’ultima stagione sportiva. Riconsegniamoglielo.
LA STAMPA: “Per il calcio il lutto è regionale”
A Bergamo l’arbitro Rocchi è incorso in un grave abbaglio. Il calcio di rigore non concesso al Milan? No, il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Messina. Eppure il regolamento – nella fattispecie la comunicazione della federazione italiana giuoco calcio – parlava chiaro: «…sarà osservato un minuto di silenzio su tutti i campi di calcio sui quali verranno impegnate le squadre siciliane». Ora, confondere l’Atalanta di Guarente e Padoin per una squadra siciliana è francamente troppo. Estendere il lutto oltre lo Stretto, vale a dire lo stretto necessario, perdipiù nel feudo leghista, deve essere sembrato ai notabili della Figc un atto inopportuno e forse eversivo. Non a caso, in tutti gli altri stadi, da Siena a Roma, da Firenze a Bologna, del minuto di silenzio (e per proprietà transitiva dell’alluvione) se ne sono infischiati. A Palermo no, il Palermo è parte in causa: un lutto regionale, a statuto speciale. Non sappiamo che cosa abbia spinto il presidente federale, Giancarlo Abete, che del politicamente corretto ha fatto uno stile di vita e di lessico, a partorire un mostro simile. Ma di questo siamo assolutamente certi: il mostro è uscito benissimo. Altrettanto non si può dire del calcio italiano, meglio dire la libera repubblica del calcio italiano, sempre sollecita a distinguersi nella società civile e nello sport in generale (ieri il minuto di silenzio è stato puntualmente osservato prima della finale di supercoppa di basket, Montepaschi Siena-Virtus Bologna, centro Italia). A questo punto la Federcalcio farà bene a puntualizzare quali tragedie riguardino la Nazionale, pardon la Nazione (al terremoto dell’Aquila, per esempio, venne conferita dignità ecumenica) e quali soltanto questa o quella squadra, se il tifoso veronese del Chievo abbia diritto di raccogliersi per i messinesi sepolti dal fango o meriti di essere rispettato soltanto il dolore di palermitani e catanesi. E quando avrà deciso, lo spieghi per bene all’arbitro Rocchi, che facendo la cosa giusta si è trovato dalla parte sbagliata. Lui, gli assistenti e il quarto uomo.
